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Che cos'é l'ansia: 

 

L'ansia è un'emozione che ha lo scopo di far conoscere all'uomo ciò che lo circonda affinché possa adattarsi al mondo circostante; rappresenta la reazione dell’individuo di fronte ad una minaccia.

Differenze tra paura e ansia:

  • la paura è una reazione emotiva ad un pericolo reale

  • l’ansia è una reazione emotiva ad un pericolo percepito, non così ovvio agli occhi degli altri

L'ansia é una risposta a condizioni di stress, cioé quando l'uomo vive situazioni particolarmente pesanti sotto il profilo emotivo, cognitivo e personale (stress). Da un lato tende a favorire la comprensione del tipo di pericolo (anticipato dallo stato di stress), dall'altro prepara la persona a fuggire da questo. In questo modo l'uomo attraverso il meccanismo dell’ansia tende a proteggersi da ciò che, nel mondo esterno, vive come minaccioso, e nel contempo si prepara ad affrontare l'ambiente che lo circonda. Però, può infatti accadere che le persone sviluppino forme di evitamento verso situazioni non effettivamente pericolose. Ecco allora che l'ansia passa da meccanismo naturale a vero e proprio disturbo psichico che alimenta “percezioni distorte” della realtà. Le persone che soffrono d’ansia vivono quella che si definisce un'angoscia anticipatoria, ossia una condizione psicologica di attesa, di paura e di aspettativa di situazioni negative e tragiche, che porta ad un’alterazione nella percezione della realtà e dell'ambiente circostante.

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Il disturbo Ossessivo Compulsivo:

 

l disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato da pensieri, immagini o impulsi ricorrenti che innescano ansia e “obbligano” la persona ad attuare azioni ripetitive materiali o mentali.

Le ossessioni sono pensieri ripetitivi, percepiti come incontrollabili da chi li sperimenta. Tali idee sono sentite come disturbanti e solitamente giudicate come infondate o eccessive. Coloro che soffrono di disturbo ossessivo compulsivo possono temere lo sporco, i germi e possono essere terrorizzati di procurare inavvertitamente danni a sé o ad altri (di qualunque natura: di salute, economici, emotivi, ecc.), di poter perdere il controllo dei propri impulsi diventando aggressivi.

Le compulsioni tipiche del disturbo ossessivo compulsivo, dette anche rituali, sono comportamenti ripetitivi (come controllare, lavare/lavarsi, ordinare, ecc.) o azioni mentali (pregare, ripetere formule, contare) finalizzati a contenere il disagio emotivo provocato dai pensieri che caratterizzano le ossessioni sopra descritte.

Nei bambini e negli adolescenti le ossessioni e compulsioni sono percepite come eccessivamente disturbanti, occupano tanto tempo nell’arco della loro giornata (più di un’ora al giorno) o interferiscono con la loro routine quotidiana.

L’età di esordio del disturbo ossessivo compulsivo si colloca tra i 9 e gli 11 anni.

In età evolutiva le ossessioni più frequenti sono quelle che riguardano lo sporco. Frequente è anche la "scrupolosità”, che si manifesta con il timore di fare o dire qualcosa di sbagliato.

 

Cos'è la depressione:

 

Nella depressione abbiamo a che fare con sentimenti estremi di tristezza e distacco emotivo. I sintomi principali della depressione sono uno stato emotivo caratterizzato da profonda tristezza e/o dall’incapacità di vivere il piacere. La tristezza fa parte della vita e la maggiorparte delle persone afferma in qualche momento dell’esistenza di sentirsi “depressa”, ma la vera depressione è un’esperienza differente, è una vera e propria situazione critica di paralisi stagnante. La depressione comporta molto spesso anche sintomi fisici, come stanchezza, scarsa energia e dolori vari.
Inoltre alcune persone depresse possono avere notevoli difficoltà a prendere sonno e svegliarsi spesso durante la notte; le persone depresse possono manifestare perdita di iniziativa e di desiderio sessuale.
Il ritiro sociale è un sintomo molto comune  nelle persone depresse, che spesso preferiscono restare da sole in disparte e rimanere in silenzio.

 

Disturbo post traumatico da stress:

 

Il Disturbo Post Traumatico da Stress si manifesta in conseguenza di un fattore traumatico estremo, in cui la persona ha vissuto, ha assistito, o si è confrontata con un evento o con eventi che hanno implicato morte, o minaccia di morte, o gravi lesioni, o una minaccia all’integrità fisica propria o di altri.
La risposta della persona comprende paura intensa, sentimenti di impotenza, o di orrore e l’evento traumatico viene rivissuto persistentemente con ricordi spiacevoli ricorrenti, disagio psicologico intenso all’esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico, evitamento persistente degli stimoli associati con il trauma, difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, irritabilità o scoppi di collera, difficoltà a concentrarsi, ipervigilanza ed esagerate risposte di allarme.
L’insorgenza del Disturbo Post Traumatico da Stress può intervenire anche a distanza di mesi dall’evento traumatico e la sua durata può variare da un mese alla cronicità; per questo si rende necessario trattare immediatamente e profondamente il disturbo.

 

Il Mobbing:

 

Con la parola Mobbing si intende una forma di terrore psicologico sul posto di lavoro, esercitata attraverso comportamenti aggressivi ripetuti, da parte di colleghi o superiori. La vittima di queste vere e proprie persecuzioni si vede emarginata e criticata: gli vengono affidati compiti dequalificanti, o viene spostata da un ufficio all’altro, o viene sistematicamente messa in ridicolo di fronte a clienti o superiori. Lo scopo di tali comportamenti può essere vario, ma sempre distruttivo: eliminare una persona inducendola alle dimissioni volontarie o provocandone un motivato licenziamento. Il Mobbing ha effetti distruttivi sulla persona colpita: essa viene danneggiata psicologicamente e fisicamente, devastata nella sua capacità lavorativa e nella fiducia in se stessa. Risente spesso di sintomi psicosomatici, stati depressivi o ansiosi, tensione continua e incontrollata.

 

Disturbi di apprendimento:

 

Un disturbo dell’apprendimento, detto anche disabilità di apprendimento, non è un problema di intelligenza. E’ causato da una diversità a livello cerebrale che influisce sul modo in cui le informazioni vengono ricevute, elaborate e comunicate. Bambini e adulti con queste problematiche hanno gravi difficoltà nell’elaborazione delle informazioni sensoriali perchè vedono, sentono e capiscono le cose in maniera diversa. Bambini con disturbi dell’apprendimento non hanno possibilità di sforzarsi, di fare più attenzione. Hanno bisogno di aiuto per fare queste cose.

I disagi emotivi possono incidere negativamente sull’apprendimento scolastico.  Il bambino può infatti manifestare:

  • diminuzione dei tempi di attenzione

  • diminuzione della motivazione

  • reazioni comportamentali di passività o aggressività

La diagnosi permette di ottenere e realizzare aiuti mirati che danno ai ragazzi dislessici gli strumenti adatti ad imparare: tempi più lunghi, l’uso della calcolatrice e/o del computer.

Chi è affetto da dislessia non è meno capace, ha solo un modo diverso di imparare

Il percorso successivo alla diagnosi è personale e individualizzato a seconda dell’età, delle abilità riscontrate, del livello in cui è presente il disturbo. È molto importante la collaborazione con la scuola per dare il massimo sostegno a bambini e bambine con queste difficoltà e alla famiglia. Importante anche il sostegno psicoterapeutico per gestire il carico emotivo.

 

Disturbi del sonno:

 

Il sonno come è noto è un fenomeno fisiologico importante della nostra vita. I neonati alternano fasi di sonno e di veglia di breve durata, fasi che via via si raggruppano nel corso del primo anno portando abitualmente a un periodo di sonno notturno più lungo e alcuni periodi di sonno diurno più brevi durante il giorno. Nel secondo e terzo anno il sonno diurno si riduce al solo pomeriggio e dai quattro anni in poi di solito scompare. Il sonno ha varie fasi. L’addormentamento è la fase di distacco dalla veglia cosciente e può comportare difficoltà e problemi vari. L’insonnia’ è l’impossibilità di addormentarsi. Lo stato di sonno vero e proprio poi comprende varie altre fasi fra cui particolarmente conosciuta è la fase di sonno rem  che corrisponde alla fase in cui si sogna. Anche lo stato di sonno può presentare difficoltà, che possono portare o meno al risveglio precoce e vanno sotto il nome di ‘parasonnie’, quali i terrori notturni, il parlare e agitarsi nel sonno fino al sonnambulismo, che tipicamente avvengono in fase di sonno non rem.

 

Gli incubi notturni:

 

Gli incubi sono sogni spaventosi. La maggior parte dei bambini ne soffre. Molti incubi possono avvenire in una fase del sonno che va dalle 04:00 alle 6:00 del mattino.  Di solito, il bambino è in grado di raccontare quello che è successo nel sogno e perché questo è stato così spaventoso. E’ anche comune che il bambino abbia difficoltà nel tornare a dormire.

Quali sono gli incubi più comuni?

Alcuni bambini soffrono del cosiddetto pavor nocturnus che in latino significa terrore notturno. Questo tipo di incubi è diverso dagli altri incubi perchè avviene a notte fonda (di solito tra la 01:00 e le 3:00). Il bambino si sveglia urlando, spesso madido di sudore e con la respirazione affannata. La pupilla può sembrare più grande del normale. Può accadere anche che il bambino, pur essendo ancora addormentato, abbia gli occhi aperti. Apparirà in un evidente stato confusionale e potrebbe non rispondere quando gli chiediamo cosa è successo. In realtà, il bambino fa fatica a svegliarsi quando è in questo stato, ma quando si sveglia non ricorda cosa è successo. I bambini che soffrono di pavor nocturnus possono essere anche sonnambuli. Sia gli incubi che il pavor nocturnus finiscono quando i ragazzi cescono, scomparendo quasi del tutto in adolescenza. Tuttavia, alcune persone, soprattutto quelle che hanno molta fantasia e sono molto attivi e creativi, possono continuare ad avere incubi e pavor nocturnus anche da grandi.

 

 

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