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Approfondimenti

La Dott.ssa Daniela Faglioni é una psicologa psicoterapeuta che si occupa di infanzia, adolescenza, figli, genitori, coppie, adulti.

 

LA PSICOTERAPIA CON I BAMBINI:

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La psicoterapia aiuta ad acquisire l’abilità di affrontare e risolvere i problemi e non semplicemente di reagire ad essi. 

Per i bambini giocare, disegnare, “fare finta” , così come parlare, sono dei modi importanti di condividere sentimenti, emozioni e di provare a risolvere i problemi. Quando lavoriamo con i bambini, generalmente, non usiamo la terapia della parola, si usa il loro linguaggio che è quello del gioco.Con il gioco li aiutiamo a risolvere i loro conflitti.  I bambini  possono scoprire importanti cose su loro stessi, ad esempio possono farsi carico della propria ansia e della propria rabbia trovando nuovi modi di agirla nel loro comportamento quotidiano, possono capire quali sono le loro risorse o possono capire che la separazione dei genitori non è una loro colpa.

Gli obiettivi di una terapia possono essere specifici ad esempio il cambiamento comportamentaleo il miglioramento di una relazione o più generali, come la diminuzione dell’ansia o l'aumento dell’autostima.

Lo psicoterapeuta aiuta i genitori a rispondere terapeuticamente ai propri figli così che i cambiamenti possano essere rinforzati a casa.

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COSA SUCCEDE IN ADOLESCENZA:

 

L’adolescenza è un periodo di evoluzione e cambiamento, i ragazzi si trovano di fronte al bivio tra la possibilità di sviluppare una struttura personale solida e il rischio di un aumento delle fragilità. 
Spesso l'adolescente si scontra con dubbi su se stesso, interrogativi sulla propria identità, insoddisfazione per il proprio corpo e tensioni con i genitori. 
Un percorso psicologico può aiutare a definire la propria identità e a superare i momenti critici tipici di questa fase di vita.

 

COME LAVORA LO PSICOLOGO-PSICOTERAPEUTA DELL’INFANZIA:

 

I primi due/tre  incontri avvengono solamente con i genitori senza il coinvolgimento del bambino .
Questi colloqui hanno lo scopo di affrontare la difficolta’ del bambino, di ripercorrere le fasi di crescita, evidenziandone le caratteristiche della sua personalita’. Obiettivo degli incontri è capire se un intervento psicologico sia davvero necessario o no.


Dopo gli incontri coi genitori si procede con due incontri diagnostico valutativi , nei quali verrà coinvolto il bambino senza la presenza dei genitori. Questi due incontri vengono solitamente vissuti dal bambino con tranquillità, i test somministrati sono adatti all'infanzia e non rappresentano motivo di stress o disagio.

 

 Terminata la fase valutativa , si farà un colloquio nuovamente in presenza dei genitori e avrà lo scopo di spiegare i risultati della valutazione e programmare se necessario un intervento psicologico.


Un intervento psicologico-psicoterapeutico col bambino implicherà sempre un coinvolgimento della famiglia che è attiva nel lavoro con il bambino, perciò durante il percorso terapeutico del bambino si incontreranno i genitori ogni 3\4 incontri.

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QUANDO PUO' ESSERE UTILE IL TERAPEUTA PER L'ADULTO:

In eta’ adulta si possono attraversare fasi dolorose e difficili e puo’ succedere che l’adulto non si senta in grado di poterle affrontare da solo. In queste fasi si possono sperimentare emozioni che a volte possono essere molto intense, come panico e disperazione, che aumentano il disagio. Andare dalla psicologa significa diventare consapevoli delle proprie risorse e delle proprie fragilità, e questo è un obiettivo importante ed essenziale per potersi relazionare in maniera attiva e responsabile con gli altri e con la vita quotidiana.

La psicologia aiuta a trovare il modo migliore per affrontare queste fasi difficili di cambiamento, e quindi a gestire in modo più adeguato le emozioni intense che si provano.

 

QUANDO PUO' ESSERE UTILE IL TERAPEUTA PER LA COPPIA:

 

La relazione di coppia tende a cambiare ed evolvere nel tempo. Dal primo incontro,  i sentimenti che legano i due individui sono in continua mutazione.  Con l’approfondimento della conoscenza reciproca la relazione fra i due partners diventa più stabile e solida, ma le emozioni travolgenti dell’inizio si fanno sempre più sfumate. E’ questo il momento in cui si iniziano a vedere i difetti del partner. La delusione delle aspettative, può far sorgere dei dubbi sulla possibilità di continuare un rapporto che è diverso da quello che avevamo immaginato.

In una coppia stabile i cambiamenti, che non sempre vanno nella stessa direzione, possono spingere la coppia in una profonda crisi. Più frequentemente è proprio in questa fase che si richiede l’intervento di uno psicoterapeuta per intraprendere un percorso di terapia di coppia che aiuti i partners a salvaguardare la propria relazione. Ovviamente la psicoterapia di coppia non è utile soltanto alle coppie con gravi problemi relazionali, ma anche per quelle coppie con una buona relazione, per migliorarne la comunicazione, prevenire futuri conflitti, per rafforzare il proprio legame e conoscersi meglio.

La terapia di coppia si pone l’obiettivo di aiutare le coppiead individuare ed affrontare i propri conflitti oppure arrivare alla decisione di separarsi con una maggiore consapevolezza sul rapporto.

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LA PSICOTERAPIA E LA CRESITA PERSONALE:

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La Psicoterapia, come viaggio nel proprio mondo interno, tenta di migliorare la qualità della vita, permettendo un adattamento creativo alle proprie condizioni di vita.

La psicoterapia è importante quando una persona si trova in un momento di crisi e di sofferenza,  non riesce a capire quale sia la causa di questo stato o come trovare sollievo e ristabilire un equilibrio nella propria vita. Essere in crisi può voler dire tante cose: tristezza, ansia, angoscia, rapporti conflittuali con il partner, con la famiglia o con la cerchia di amici, problemi col cibo, con le droghe.

Il Terapeuta deve mettere la persona in condizione di imparare a crearsi un numero sufficiente di situazioni per soddisfare i suoi bisogni.

Infatti, le persone che sono a rischio di sviluppare un disturbo hanno pochi scopi positivi e molti negativi, cioè molti comportamenti di evitamento, scarsa tolleranza per le inevitabili conseguenze dei loro comportamenti e mancanza di conoscenza di strategie da mettere in atto per conseguire i loro scopi, che dovrebbero essere l'autorealizzazione, il miglioramento del sè, un migliore adattamento sociale ed il potenziamento della creatività.

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GESTIRE LE EMOZIONI SUL LAVORO:

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Capita spesso di arrabbiarsi sul posto di lavoro, di sentirsi esasperati e di perdere dunque l’attenzione su quello che si dovrebbe fare.  Si perde la mente e ci si vorrebbe ribellare magari insultando gli altri, sentendosi in colpa desiderando di fuggire via lontano.

E’ normale provare ed esprimere diverse emozioni sul posto di lavoro, soprattutto la rabbia. La rabbia è spesso provocata da una frustrazione, cioè dall essere ostacolati nel raggiungim ento di un nostro obiettivo come ad esempio dal non essere stati capiti, dall’essere stati umiliati, dal non aver ottenuto qualcosa, ecc. La rabbia, insomma, nasce da un evento esterno che “fa da miccia all’esplosione”.

In queste situazioni non si è in grado di ragionare serenamente e spesso si fanno o si dicono cose  di cui ci si potrebbe pentire più tardi.

Il primo passo è, dunque, riconoscere queste emozioni ( a volte infatti alcune emozioni simili si confondono come la paura e la rabbia) , comprendere quali situazioni le causano e  imparare a comunicare ciò che si prova e a gestirle  in modo costruttivo e professionale, perchè questo può aiutare a incanalare la frustazione e a stare meglio in determinate situazioni.

 

LA TERAPIA CON I GENITORI DI UN BAMBINO CON DISABILITA':

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Tutti i genitori desiderano o fanno tutto perché i loro figli siano bravi ,buoni, belli ed efficienti. Perciò la nascita di un figlio portatore di una disabilità procura dapprima incredulità e ribellione, e poi diventa un vero shock, con conseguente difficoltà di accettazione. Nessun genitore è mai preparato a questa situazione. La nascita di un bambino con disabilità è vissuta come un grande insuccesso, un lutto , che si rinnova ogni giorno, risveglia traumi ed insoddisfazioni passate e impedisce di fantasticare positivamente per il futuro.Tutto questo può portare i genitori alla perdita della sicurezza abituale, ad una crisi d' identità e di ruolo sociale. I rapporti e le relazioni della coppia diventano più complessi. I genitori tendono a colpevolizzarsi di quello che è successo al figlio e sono angosciati per il futuro del figlio: soprattutto per la loro futura mancanza, per le scelte educative e affettive; angosciati dalla preoccupazione che il figlio disabile possa pesare sugli gli altri figli. Spesso questi genitori si sentono molto soli nell' affrontare i problemi.

II genitori se supportati, si sentono incoraggiati, meno soli, meno colpevoli, meno giudicati. Diventano capaci di aiutarsi e di costruire una relazione affettiva autentica con il bambino. In questo modo il rapporto tra i genitori e gli altri membri della famiglia sarà più sereno e contribuirà al benessere del bambino.

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